Arcadio Spinozzi
Partirono presto in due, ed erano abbastanza: una Freccia, un’agenda e molta fantasia. Il battito era fuori controllo. Si accorse subito che la sua giornata “tortoretana” era stata un inconsapevole, irresistibile, esplosivo, folle ritorno alla sua gioventù. Gli odori dello sport e quello dei campi estivi che scaldano ancora un po’ il cuore agli ultimi calciatori romantici. Una lastra di nebbia tra gli alberi. La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile, e imparare le lezioni di entrambi i mondi. Erano rilassati, felici, annusavano il vento, guardando il sole che stava per toccare il mare. Queste giornate riescono sempre a farci tornare bambini, a farci rivivere un recupero settimanale della nostra infanzia. Amarcord: fu una folgorazione. Quel nome così particolare, Arcadio, Spinozzi, di Mosciano S.A. E’ magro, elegante, curatissimo. Ha un carattere lineare, umile, quasi deferente verso il calcio che ha amato tanto. Buon calciatore, veloce ed aggressivo, uomo di calcio, allenatore ed osservatore. Arcigno, specializzato nella marcatura a uomo. Samb, Verona, Bologna, Lazio per sei stagioni ottenendo la promozione nella massima serie nella stagione 1982/1983. Vice di Boskov, ha trovato i suoi maggiori successi nei settori giovanili. È stato osservatore per la Juventus e mister della Primavera dell’ Udinese. Leader della difesa, dava sempre la misura della speranza. Poteva andare da solo oltre qualunque ostacolo. Altruista. Ci sono viaggi che si fanno con un solo bagaglio: con il cuore biancoceleste. Era la voce di una buona squadra, di un grande gruppo che guidò alla vittoria. “Se non giochi la partita è sicuro che perderai”. Lui la giocava sempre. Non aveva la giocata tagliente o fantastica alla Baggio. Era un faticatore ed aveva bisogno di certezze. Parlava poco, dotato di fervida intelligenza, di grande affidabilità e di quella molta esperienza di mondo, di vita e di lavoro che lo ha portato ad essere un campione anche di serietà. Sarebbe bello, oltreche’ utile se nel mondo abitassero gente come lui. Ci troveremmo più cultura, più leggerezza, più umanità, più sincerità, e non ultimi valori tecnici. Un muscolare, un atleta, professionista, che ha sognato ed ottenuto con il calcio un futuro di riscatto sociale. Una vita da Lazio, scolpita nel suo cuore biancoceleste. Semplice ed irresistibile.
TIKRIT