La fortunosa vittoria in quel di Pratola de Il Delfino Flacco Porto, maturata grazie ad un infortunio del portiere Di Censo, guidato dal Signor Bonati, non ha impedito agli occhi del nostro attento Cesidio, di raccontarci le splendide capacità di questo giovane e talentuoso ragazzo che milita nelle file dei Nerostellati. Di seguito il pensiero, mai banale e sempre competente, del nostro preziosissimo collaboratore:
Erano le quindici nel solito campo. E nei suoi occhi c’era una promessa. Via dalla panchina, senza far rumore. Dietro la porta cosa ci sarà? Parlava di lui e di quello che farà. Era un sogno pieno di ragioni, e c’era un grande bisogno delle sue emozioni. A venti minuti dalla fine. Quando devi raggiungere il risultato con “anema e core,” come domenica contro il Delfino, è sempre una faccenda complicata. In quei frangenti, è difficile pensare che per arrivare all’ultimo scalino, bisogna avere pazienza, e non mollare, perché il sogno è comunque lì, a portata di pallone. E lui, R.P.(2001) aveva gli occhi della tigre, mordente, e capacità espressive di primo piano. Pensate a come si comporta una tigre se andate a disturbare i suoi cuccioli: non avete scampo!!! Vi salta addosso. Appunto, la palla domenica, forse tardivamente è diventata per lui come un cucciolo, che nessuno poteva portargli via, senza prima passare sul suo corpo. Tutti gli allenatori parlano di movimento, di correre molto. Ma come diceva il grande JC, non è necessario correre tanto. Il calcio è uno sport che si gioca con il cervello. Devi essere al posto giusto, nel momento giusto, né troppo presto, né troppo tardi. Il calcio è anche fantasia, volontà e coraggio. Bellissimo era l’aspetto del campo, tutto verdeggiante e popolato di pubblico, che si appassionava al gioco. R.P. portava nello stesso una misura classica, da eroe antico; si schierava per il calcio spettacolo, giocato in modo generoso e leale. I suoi occhi iniziavano a scandagliare le vaste terre. Il suo carisma lo pervadeva come una dolce sinfonia. Però, seppur giovanissimo era anche il faro che illuminava i naviganti, la vela gonfia di vento giovanile, alla ricerca di un pareggio strameritato.Gestiva bene il pallone. La esecuzione successiva alla ricezione era molto efficace, e la palla era costantemente sotto il suo dominio. Le sue capacità coordinative erano eccellenti: l’uso dell’interno, esterno piede facevano capire che il ragazzo aveva fantasia motoria. Infatti associava con disinvoltura disarmante, finta, dribbling. protezione della palla, controllo, lancio e tiro. Il calcio ha sempre più bisogno di giocatori veloci nella testa e nelle gambe, creativi e forti nel 1c1, con fantasia. Il periodo come sempre di questi tempi è particolarmente caldo, e l’attesa si faceva sentire. Qualche cosa bolliva in pentola, si vedrà. Come sempre, le vere marce ridotte le dà sempre il campo. Sul finire, alla sua bellezza senza tempo, sublimata nel gesto che lo rende più estetico: un lancio con l’interno verso il centro, con la rete che quasi gonfiava il sacco. E senza una palingenesi potevamo soltanto rimanere a guardare. Il talento può essere ovunque…
Tikrit 65