Storie di calcio di Cesidio Colantonio: ecco la recensione di V. Perta
Caro Cesidio Colantanio,
da un uomo come te che lavora dal mattino a sera per riportare uno stipendio a casa è lecito aspettarsi che tu faccia molta fatica a dilettarti come allenatore di giovani; impensabile che tu abbia potuto maturare anche uno stile di scrittura scorrevole, che ti cattura piano piano. Si tratta del segno che hai avuto il tempo di dedicarti a letture non banali, in un’epoca in cui i social sottraggono tempo prezioso anche ai più elementari progetti culturali.
Bravo Cesidio. Storie di calcio, Lupi Editore, profuma di ricordi e di luoghi che io ho vissuto; è un piccolo recinto in cui la passione calcistica ha incontrato un inaspettato talento nella scrittura, forse scoperto troppo tardi. In quel piccolo recinto si incontrano personaggi della nostra terra d’Abruzzo, di quella Valle Peligna che sforna prelibatezze e talenti e guarda al monte di Papa Celestino con rispetto e devozione.
Bravo Cesidio.
La tua scrittura profuma di calcio di periferia, senza sovrastrutture; profuma di porte da calcio fatte di pile di maglioncini o di sassi; profuma della terra battuta e di spogliatoi sporchi dove sbocciano talenti; profuma di valori che tu coltivi e cerchi di trasmettere ai tuoi ragazzi, come fossi un loro secondo padre.
La tua scrittura, insomma, vive e trasmette una passione autentica, nata nella piazzetta della nostra Campo di Giove, quando sognavamo di diventare come Maradona e giocavamo a tardi sera senza fare i compiti.
Ora coltivi e scopri talenti e lo fai con amore. Si vede che cerchi di far capire ai tuoi ragazzi quanta passione è richiesta perché il talento consiglio dei pochi maestri di calcio (e di vita, soprattutto) che sono rimasti in giro.
77 pagine di calcio. Tutte da leggere, in un fiato. Mi auguro di leggerne altre 77. Al più presto.
VINCENZO PERTA DETTO IL BOEMO