Nel terzo canto dell’Inferno dell’immortale opera, “La Divina Commedia” del sommo poeta Dante, il maestro fiorentino, nel suo viaggio immaginario verso l’aldilà, incontro Caronte, il nocchiero infernale il cui compito è quello di traghettare le “anime prave” dal vestibolo dell’inferno verso il primo girone infernale, facendo loro attraversare il fiume Acheronte.
Ora, senza volere scomodare il sommo poeta e la sua aulica prosa, e senza avventurarci in accostamenti, data la grettezza e la totale insipienza di certi ambigui personaggi, assolutamente indegni di qualsiasi accostamento verso gli immortali versi del padre della lingua italiana, ecco che, tuttavia, i versi di una delle opere tra le più importanti della letteratura italiana, ci portano alla mente certi personaggi da noi conosciuti, che sicuramente non hanno gli “occhi di bragia” di “Caron Dimonio”, ma posseggono occhi inespressivi e… strabici, così come soffrono di strabismo calcistico e cognitivo. Certo, la loro assonanza con il personaggio dantesco la possiamo trovare nei loro capelli canuti e nella loro non più giovane età, che, vista la loro totale mancanza di utilità, nonché di opportunità, suggerirebbe un ritiro a vita privata, tra partite di briscole e di bocce. Sicuramente la società ne trarrebbe indiscutibili vantaggi. Poi, se proprio vogliamo trovare una collocazione a questi melensi e sgradevoli omini, anche in riferimento alla loro bassa statura, il loro posto giusto sarebbe proprio il vestibolo dell’Inferno, dove sono collocati gli ignavi come loro, che nella loro squallida vita non hanno mai avuto il coraggio di operare delle scelte vere e proprie, ma hanno preferito lasciarsi trasportare dal vento che li conduceva verso mari più sicuri, anche se questo comportava il seguire in maniera pedissequa le direttive di qualche sciagurato bullo, più giovane di loro, ma sicuramente più astuto, malvagio e manipolatore. Se vogliamo poi parlare di malvagità assoluta travestita da buonismo con tanto di divina devozione, il vecchio non diventa più di bianco e di antico pelo, ma assume connotati assai più inquietanti. Di questo parleremo presto. Insieme a tanto altro…