“Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere. Ed allora cosa vuoi?”. Questo il ritornello di una canzone, grandissimo successo degli anni ’60 della band inglese, Rokes.
Questo pezzo musicale voleva dare ad intendere che nella vita deve esserci stile, dignità e lealtà anche, e soprattutto nella sconfitta, cosa che nella vita di un uomo – porca miseria, più vado avanti nella vita e più capisco che ce ne sono pochissimi – risulta essere una componente imprescindibile.
Purtroppo, ahimè, le mie esperienze professionali e di vita, entrambe realmente vissute e non certo frutto dei soliti e beceri manovratori di turno, mi hanno portata a conoscere figuri che non sono in grado, non solo di perdere, ma nemmeno di vincere.
Lorsignori non sanno vincere, perché quando lo fanno, non rispettano l’avversario sconfitto e tutte le persone che si azzardano nel fare prudenti e ponderate osservazioni su quella vittoria, ma pensano solo a proporre in maniera irriverente il successo ottenuto sul campo, ostentandolo anche grazie a chi, con compiacenza e colpevole connivenza, si presta nei loro confronti a fare da da grancassa mediatica. Cosa non si fa per quattro soldi…
Lorsignori non sanno perdere, perché quando questo avviene, la colpa non è nella loro evidente disorganizzazione e carenza di mezzi, umani e materiali, oltre che nel loro discutibile modo di trattare i ragazzi, i quali sono l’oro di queste chiacchierate figure, dal momento che permettono a questi “signorotti” di ottenere ingenti profitti, oltre che di avere un notevole consenso sociale, e in certi casi anche di ottenere ben altro…, Ma dei direttori di gara, degli avversari, e… Magari del ciuffo d’erba che risultava essere troppo alto… Insomma, la colpa è sempre degli altri, mai la loro… Impegnati come sono nell’ordire le loro trame, che presto saranno portate alla ribalta dell’opinione pubblica, che darà, prima o poi, speriamo più prima che poi, il suo pesante, soprattutto per le coscienze, giudizio. A qualcuno consigliamo vivamente di tacere al cospetto di siffatte ed evidenti carenze strutturali e morali. Come dire, un bel tacere non fu mai scritto. E nello sport non è importante solo vincere, ma anche come si vince. Ammesso che vi ci si riesca.