Tuttavia, procedendo a ritroso tra la foschia rosso porpora ricordo di essermi trovato una notte in un cottage in Emilia a pensare ebbro di tisana ad una drammatica ricostruzione della nostra vita da intitolare con grande sforzo di fantasia Hey You. C’era sempre The Train a risollevarmi lo spirito con la faccia rotonda da monella e gli splendidi occhioni sempre spalancati. Consumava tutto l’amore nei nostri confronti in pochi giorni e poi scompariva per qualche mese. La libertà di esprimere il suo intenso e personale stile talentuoso per un pubblico disposto ad ascoltarla. Il silenzio si aggirava furtivo lungo le strade e la speranza di vincere era l’unico antidoto ad una paura atavica. Spes ultima dea! Il capitalismo ha rivoluzionato il mondo scriveva Marx, ma al tempo stesso ha prodotto sfruttamento e ingiustizia come mai prima. Proprio il suo impatto tanto massivo, quasi totalizzante ha portato a renderne opachi molti ambiti. Nonabbiamo visto il comunismo sperato da Marx, ma neanche una società dell’uguaglianza governata dal liberismo sfrenato del mercato. Il progresso non ha portato la pace perpetua,ma ha continuato a produrre crisi e guerre al proprio interno. Per queste ragioni l’intelligenza di Karl Marx continua a sgocciolare dai suoi libri sul nostro presente, e leggerlo ci spinge a cercare di pensare quelle risposte che tutt’oggi ci mancano e a cercare di realizzarle. E questo in un’epoca di incertezze come quelle che stiamo attraversando tutti insiemepuò davvero essere un salvagente. Non abbiamo bisogno di uomini severi che hanno e sanno tutto e che ci chiedono di ascoltare e tacere, non dovremmo mai averne bisogno. Ci servono esempi che ci incoraggino al confronto con i dubbi e le incertezze, ma che ci lascino poi liberi di provare, sbagliare e correggere i nostri errori. Sembra quasi che abbiamo paura di sperare e di sognare un mondo migliore. Non dobbiamo mai avere paura di farlo. E’ una ricchezza interiore che dobbiamo coltivare. Dobbiamo affrontare le difficoltà tenendoci per mano e sognando. Sperare è da eroi, non se ne può fare a meno. Quindi restiamo agganciati a questo valore. Solo così potremo fare passi in avanti. Sono diverse le dimensioni del campo e soprattutto non abbiamo punti di riferimento, perché lo stesso si sta allungando sempre di più e questa è una sensazione davvero strana da raccontare. Ci sentiamo un po’ persi a non avere confini e quindi ci metteremo un po’ di tempo a ritrovare il feeling giusto con la nostra normalità. Difficile? Si, ma dentro la nostra testa ormai era nato un sogno, una speranza di vincere il nemico invisibile. Eravamo tutti lì, non tutti purtroppo a vivere per la cosa che amiamo di più la nostra vita nel suo ambiente meno naturale. Era speranza allo stato puro. Tutti inpiedi sul lago di pozzanghere. Non c’erano tifosi, né soldi, né coppe da vincere. C’era solo l’idea di impegnarsi allo spasimo in una radura piena di terra dove le tante persone a debita distanza disputavano la più surreale delle partitine, delle sfide un po’ fantozziane che sembravano essere uscite dalla matita di Mordillo. Ogni cinque minuti l’arbitro usciva e faceva riprendere il gioco.Ma è stato tutto vero. Faceva un po’ freddino e noi correvamo con le nuvole. Il nostro vero amore per la vittoria che praticavamo ci lasciava in fondo come un dolce da gustare alla fine di questo pantagruelico menù…
TIKRIT65