E quando la camminata si avviva tra le linee dell’immenso teorema pare che esso si proponga di risolvere quasi con felicità di danza nel silenzio irreale di una cartolina azzurra come l’occhio di una bambina astruse forme geometriche o che talvolta alzando lo sguardo verso il blu con il respiro profondo a pieni polmoni e con gli occhiali appannati faccia un esercizio di astronomia. Quella più vicina dista circa un miglio a dieci metri da Ovidio. E’ una nicchia, un incavo nello spessore di un muro pieno di cultura. I libri e i giornali vanno letti perché ci leggono, ci fanno viaggiare e soprattutto evidenziano i legami che ci sono dietro i fatti, le cose, le persone e la collettività. Appena tradotto al confino nell’isola di Ustica, Antonio Gramsci scriveva nel lontano 1926: “vi assicuro che eccettuate pochissime ore di tetraggine una sera che hanno tolto la luce dalle nostre celle, sono sempre stato allegrissimo. Ho letto sempre o quasi riviste illustrate e giornali”. Ha una fascia corta di tessuto nero sulla bocca, sembra il subcomandante Marcos. Lo so, ci sono le edizioni digitali e l’informazione arriverebbe comunque nelle nostre case, ma anche questa è una forma di resilienza, un prezioso presidio di normalità fare la spesa di notizie ai tempi del corona.E’ una fatica continua, giornaliera ormai dall’anno di grazia 2000, ma lui sa bene che nella fatica si cresce e non si molla neanche un centimetro. Nonostante siano le quindici e trenta i clienti si susseguono alternativamente a distanza sociale a buon ritmo.Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente con abnegazione e spirito di sacrificio per risalirvi sopra. Gli antichi connotavano il gesto con il termine”resalio”. Forse è la qualità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità, la resilienza deriva anche da qui.Un’attenzione che attraverso delle traiettorie abbastanza curiose venne ad incrociarsi profondamente con i temi del calcio. Qualcuno dice che il calcio non è un fatto serio, ma noi giochiamo lo stesso! Lo stesso! Da quella piccola edicola esce il dispaccio giornaliero della guerra del corona in corso: i caduti, l’avanzata o la ritirata del nemico invisibile. Resisto dunque sono, pensa. Forse la magia si è persa, ma lui nella sua piccola nicchia difende una parvenza di normalità e distribuisce gavette di speranze che non sono meno magiche come un’ultima possibilità di “compalpitare cogli altri”, di sentirsi come gli uomini di tutti i giorni.Il gusto del leggere è molto diffuso. E la guerra ha capovolto la situazione: è riuscita a fare di una generazione di sedentari una generazione di attivi. Anche perché come direbbe Crozza nella parodia di Razzi, vuoi vedere che è la volta buona in cui capiamo che la cultura è cultura, che la cultura si mangia la strategia a colazione e che la teoria dell’uno vale uno non conta niente? In cammino e tornerò. Ce la faremo…
TIKRIT65