COMPAGNI DI SCUOLA

La scuola non è solo un insieme di insegnamenti, non è solo una nostra istituzione culturale, ma è soprattutto una comunità, una scuola di vita. Perché è nel gioco dei ruoli, nella socialità, nella solidarietà,regola e salvezza di ognuno di noi, che ha rispetto degli altri, nell’usare “solo parole che possono migliorare il silenzio” per citare una definizione di Eduardo Galeano, nella competizione dei bambini e delle bambine che prende forma la coltivazione dell’animo culturale. Un bambino che legge sarà un adulto che pensa. ”Nihilvolitum, nisipraecognitum”.“Nulla è voluto che non sia stato prima conosciuto” dicevano i filosofi scolastici. La conoscenza della lingua italiana ci permette di esprimere in modo compiuto i moti, i movimenti del nostro cuore, di indagare, di scoprire i segreti del nostro animo, di padroneggiare le nostre risorse espressive per far valere le nostre opinioni ed agevolare la nostra affermazione nella società. Invero le vere battaglie si combattono in ambito culturale.Diceva il grande Nelson Mandela: “studiare è il modo migliore per cambiare il mondo”. Un’idea infatti può essere vinta da un’altra di segno opposto e giammai dall’esercizio brutale della violenza. “Gli uomini passano, le idee restano” diceva Giovanni Falcone. La cultura si mangia la strategia a colazione. La scuola è per vocazione laboratorio di idee e luogo di pensiero. E anche in questo caso deve essere un avamposto di civiltà. A me piace la scuola intesa come la intendeva Don Bosco: una scuola immersa nel concreto e immersa nel sociale. Quella è la scuola da concepire. Dove si parla di mafia, si parla di educazione alla politica, si parla di vivere nella collettività, si parla di inserirsi nella collettività sin da quando si è scolari, sin da quando si inizia a frequentare le scuole. E già da allora che si deve formare in noi la coscienza di cittadini. Poi c’è la Scuola dello Sport a Roma, quella fondata nel 1966 da Giulio Onesti, un’accademia che si propone di formare gli uomini e le donne del domani per il progresso tecnico, scientifico e metodologico in ambito sportivo. Una grande squadra chiamata a diffondere i valori dello sport. Quelli che Papa Francesco nella Domenica delle Palme, in una giornata vuota e silenziosa ha ricordato: “in questo periodo tante manifestazioni sono sospese, ma vengono fuori i frutti migliori dello sport: la resistenza, lo spirito di squadra, la fratellanza, il dare meglio di se. Dunque rilanciamo lo sport per la pace e lo sviluppo”. Lo sport è cultura e salute fisica. Irrobustisce il fisico e divaga lo spirito. Lo sport è tecnico eppure comprensibile. E’ impegnativo, utile e consolante. Lo sport è vita, e i valori dello sport sono quelli della vita, nel bene e nel male. Lo sport è corale ed individuale, ed un’educazione sportiva ci garantisce la possibilità di affrontare tutte le nostre esperienze con animo forte e con serenità. Lo sport è una scuola di vita in cui si acquisiscono le regole per stare in mezzo agli altri. Personalmente mi ha dato dei valori fondamentali e mi ha fatto crescere. Mi ha insegnato il rispetto e la gratitudine. In questi momenti complessi di diversa quotidianità causa coronavirus, la scuola ha risposto alle aspettative e si è subito armonizzata non senza naturali difficoltà: lezioni on line, computer, aule virtuali. I nostri figli che sono sempre la priorità di tutto hanno risposto all’appello e si sono adeguati. Oggi tutto è sospeso, e quello schermo piccolo o grande che sia, che li separa, li difende, li protegge allenta il giudizio, diluisce il loro mettersi in gioco e li obbliga ad uno sforzo che stanca, che strema, ma che li rende comunque vivi. La sfida dei nostri ragazzi non è a sopravvivere, ad usare come mezzo, come un ripiego la tecnologia, ma come un fine, una sete di conoscenza che può sentire e desiderare un bambino o una bambina. Uno schermo di un pc, tanta voglia di imparare unita ad una “reclusione”per un periodo più grande delle loro forze. Che godano di una libertà più grande dei loro sogni quando ne verranno fuori! L’orizzonte aperto sarà la loro idea di libertà. In certi momenti aggrapparsi alle icone di maestre con tanta storia addosso e tanta vita negli occhi è un dono ed una necessità. Le nostre maestre sono un esempio concreto di volontà e dedizione che plasmano il corpo e la mente in attesa di finire quest’anno tormentato (mancano venti giorni) e di lasciare Joe e i suoi compagni e compagne dopo cinque intensi anni ad un altro viaggio scolastico, aiutando gli stessi a mettere e conservare con sagacia nel loro zaino coraggio e buoni propositi ed un irriducibile capacità di sperare. La speranza è una cosa buona e come tutte le cose buone non muore mai. Il bello degli incontri mattutini con le maestre è l’attesa, la sorpresa ed ogni incontro partecipato attraverso un pc arricchisce sempre. Il coraggio, la fantasia dell’espressione individuale. Questo avranno alle spalle i bambini.Da osservatore esploro il lavoro delle nostre maestre della quinta“C Masciangioli” che tentano di costruire sapientemente nella distanza che li separa una nuova e fresca dimensione che non sostituisce, ma integra con un’esperienza diversa la precedente, facendo lavorare la fantasia. I bambini e le bambine sono tutti fan della fantasia. Tutti sono rilassati, annusano il vento, guardano il sole che sta per toccare la montagna. Ed hanno sempre sognato e sognano di volare, ma volare rasoterra. E volare è una cosa bellissima, ve lo assicuro. “Se non ci fosse il diritto di sognare tutti gli altri diritti morirebbero di sete”chiosò Eduardo Galeano… 

TIKRIT65

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