WAITING FOR THE SUN
Quel pezzo di autostrada è un muro, un muro di libri, pieno di felicità. I libri vanno letti perché ci leggono, ci fanno viaggiare con la mente ed evidenziano i legami che ci sono dietro i fatti, le cose, la collettività. Perché non c’è libro tanto cattivo che in qualche parte non possa giovare. E un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso. L’aria era fredda. Il cielo gravava minaccioso, mentre il vento giocava con le nuvole dalle forme più disparate.Il feeling è sicuro, quello non se ne va mai. Lo butti fuori ogni momento, ad ogni risveglio, solo, quasi terrorizzato,ricoperto da un gelido sudore e pieno di paura, scavando e pensando la natura che è bella ma non parla e passi lì vicino e senti il profumo inebriante, l’odore della carta e dei pensieri degli autori come se una dolcezza serena e passionale aprisse il sipario. Pazienza: i libri hanno una vita propria, e una volta scritti e copiati escono dalle mani dell’autore e finiscono nelle mani e nelle menti dei lettori. “La scrittura è la pittura della voce” diceva Voltaire. Scrivere fosse solo per puro diletto arricchisce. Scrivere è come impregnare un piccolo pennello e provare a dipingere emozioni sull’anima di chi legge. Leggere è come entrare in una stanza, in quel pezzo di autostrada, in un mondo. E’ come aprire una grande finestra, sempre diversa, da cui pur guardando lo stesso panorama, diverse saranno le sensazioni, le emozioni, i pensieri, le evasioni suscitate in ciascun lettore o lettrice.Non sono troppo orientato a guardare, a toccare i libri che ho pubblicato. Probabilmente ho tanti difetti ma lo sbocco di vanità non rientra tra questi e forse lo devo anche all’insegnamento di quel prof che vive nel bosco, isola felice. A volte quando mi alzo la mattina o rientro a casala sera passo vicino quel pezzo di autostrada e li osservo nell’ordine fisso di un piccolo mobile che li ospita e passo la mano sulle copertine, sulle fiancate, li rigiro, li sposto, scorro alcuni titoli di giganti e mi dico sommessamente: “questo sono io, questi sono i mieilibri. Nient’altro. Diceva Bernardo di Chartres: “noi siamo nani sulle spalle dei giganti. Non si può prescindere dal passato. E non si può non adorare, venerare chi è venuto prima di te e ha fatto la storia.” Ogni tanto ne tiro fuori uno e lo rileggo e lo saluto con grande affetto con cui si accoglie un caro amico perché con la scrittura si crea sempre un’amicizia, una vicinanza, una fantasia, un attaccamento reciproco, una simbiosi fra gli scrittori e i personaggi. “Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte e anche il coraggio di dire no. E’ gusto e cultura” direbbe Giorgio Armani. Credo che il mio stile di scrittura si basi su ciò che provo e ciò che cerco di esternare quando scrivo. Ora che è arrivata l’estate che è tempo di vivere nel sole al primo lampo di Eden corriamo verso la montagna, ricercando l’orizzonte aperto, verso l’idea di libertà. Osservandola è uno sport adrenalinico, di grande impatto visivo, nobile direi. Mi stimolano tanto questi aspetti, ma mi devo sbrigare perché c’è il mio terzo tempo e non voglio perderlo…
CESIDIO COLANTONIO