QUELLI CHE LO SCOUTING
Gli stoici amavano dire che la filosofia poteva essere paragonata ad un frutteto, dove i portici di cinta erano la logica, gli alberi alti e a forma circolare la fisica, e i tanti frutti talentuosi l’etica. La regola è elementare, e le passioni naturali, ricchezza interiore bisogna coltivarle e soddisfarle sempre. Sferico come un pallone. Profondo, lindo, pieno di verde. Nella vita esiste un tempo per osservare, un tempo per riflettere, un tempo per agire. Osservare non significa giudicare, ma vedere davvero il mondo che ci circonda, avere conoscenza situazionale ed interpretare ciò che gli altri ci comunicano a livello verbale e non. Gli scout sono un po’ antropologi, un po’ agenti segreti e un po’ giocatori d’azzardo. Regalarsi il tempo per fare scouting è un sublime ed emancipatorio atto di passione. Senza è tutto inutile. Meglio esplorarlo da turisti della fantasia. Raccogliere talenti nel calcio è un pò come raccogliere conchiglie in riva al mare; ne trovi sempre. Ogni mareggiata, piccola o grande che sia ne porta sempre di nuove e ciascuno di noi se ne può sbalordire come fosse la prima volta. E’ importante il talento individuale, la relazione. La condivisione è la chiave per essere davvero squadra, essere persone curiose, appassionate, critiche. Questo permette di non accontentarci di strade già percorse e di crearne nuove, le nostre, quelle in cui crediamo. Per operare con successo nello stesso, occorrono uno sviluppatissimo senso di autoconservazione, il talento recitativo e passionale del maestro Favini, la subdola sfuggevolezza di un Machiavelli e infine la capacità di sollevare cortine fumogene dove fantasia e realtà sfumino nelle nebbie della confusione, in una miscela di passione ed estasi calcistica. Il calcio e la vita camminano fianco a fianco. Il calcio significa tante cose, e non è solo business, ma è anche quello che osservi con il pensiero, con il sentimento, con l’immaginazione e persino con l’emozione. Osservava come fanno i grandi attori e gli scrittori quando vogliono raccontare un personaggio, ed esibiva talenti miracolosi come tanti gabbiani notturni che prendono il volo al tramonto verso il largo con tanti versi che sembrano tanti ragazzini. Era in piedi, vedeva a stento per l’emozione. Si davano del tu, ma un tu latino, austero e pensoso. Gli ho chiesto: che facciamo? E lui ha risposto come Walt Disney: “Se puoi sognarlo puoi farlo”. Li per lì non avevo capito, poi ho anagrammato ed è venuta fuori una storia: il decennale dello scouting…