Ho scoperto il calcio quando avevo sei anni, come moltissimi di voi, ed è stato un entusiasmo
travolgente da parte mia.
Ho capito subito il fascino del gioco, della contrapposizione tra le forze, quasi l’ebbrezza di cercare
la giocata o il goal.
Il calcio in linea generale ha un’innegabile funzione sociale: è insostituibile, fa parte di ogni famiglia,
genera discussioni, provoca dibattiti, crea interessi.
Molte persone non potrebberocomunicare con gli altri, se non si parlasse di calcio.
Ma per praticarlo, ci vuole passione, talento. Il talento ha una gran voce, lo senti; ha un suono leggero,
che raramente non lo riconosci.
Il talento è una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore, se
non se ne fa il giusto uso.
E’ il gioco più popolare che ci sia oggi, ed è quello in cui si esprimono con più appassionata evidenza,
le passioni elementari di tutti.
L’atmosfera mondiale che si forma intorno a quei ventidue fratelli, sorelle che difendono il padre, è
il più delle volte così accesa, da lasciare incancellabili impronte in chi ciè vissuto dentro.
E questo per non parlare della bellezza visiva dello spettacolo, dei gesti necessaridei giocatori, durante
lo svolgimento delle gare.
E che dire poi, di quello che succederà , tra il pubblico fiero e gli stessi giocatori, quando segneranno
contro la squadra avversaria.
Rimuoveranno sotto gli occhi dei concittadini, lucenti alle lacrime, il miracolo di Davide che vince il
gigante Golia. Ecco, essere Davide significa non farsi abbattere da chici vorrebbe normali.
“Una partita si può perdere per caso, ma per caso non si vince mai”.
E Hazard continuava a girare i palloni attorno al piede, e si voltava a tentare il passaggio, o la rete,
come si apre e chiude il diaframma per un’istantanea.
Marvelous!!
Un istante di gioia, ripaga mille e più pieni di affanno, altrimenti chi desidererebbe vivere?
TIKRIT