Ai numeri che cambiano, ai brividi che aumentano. Le grandi cose non si creano mai senza passione. Naturalmente si presenteranno tante difficoltà, tanti ostacoli, montagne altissime da superare, e per affrontarle ci vuole la luce del sole. Piccoli fatti quotidiani, che incrostano i neuroni, come denti di cane lo scafo di una barca. Tornano su di notte, come gnocchi nell’acqua. Le difficoltà rafforzano la mente, così come lo sport irrobustisce il corpo. Ho sempre attaccato la montagna dal basso, con in testa un’idea chiara su come conquistare la cima, poi scalando, scalando,mi sono accorto che dovevo variare il percorso, che certe pareti erano troppo lisce per essere affrontate di petto. Perché le montagne ci guardano dall’alto in basso, ma senza supponenza.Ho imparato presto che i sogni sono anche destinati ad infrangersi, ma “chissenefrega” dei muri. I muri sono retaggio lontano, rimossi nel ritmo frenetico del sorgere di nuovi edifici, sopra macerie e ricordi di storie difficili e ingombranti. La gente solitamente si rifugia nel futuro, traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sofferenze di oggi cessano di esistere. Ma conta sempre il fatto, che quando uno sogna sta da Dio. Conta il viaggio che il sogno ti fa fare. Conta non stare mai fermi, non importa dove arrivi, tanto poi devi ripartire. Le porte del campo vicino il Ristoro del Piccolo Chiosco si apriranno, e ci sembrerà di vivere con il Maestro come in una festa mobile, come nella Parigi di Hernest Hemingway. Il maestro è una persona fisica che si incontra per un certo periodo di tempo, un’ora, qualche anno e più, e che lascia dentro ognuno di noi un valore, con l’impegno di trasmetterlo ad altri. La vista è imponente su tutta la vallata. E gli “assi giovanissimi” sono pronti per questa scommessa da copertina. Ma siamo sicuri che se i ragazzi entrano in campo non daranno tutto quello che hanno? Dobbiamo dargli le giuste motivazioni, perché un giovane che si diverte è inarrestabile. Se noi siamo bravi ad allenare per loro, non per noi, loro non avranno paura di sbagliare. Si divertiranno e si ricorderanno sempre del loro allenatore o osservatore. Il gioco ha una funzione meravigliosa. Lo possiamo usare per farcrescere i ragazzi,e formare uomini, ma questa è un’altra storia!Questo vortice di emozioni che mi trascina indietro nel tempo, mi porta inevitabilmente a modificare i ricordi, ad inventarmi nuovi e bei finali. Queste giornate riescono a farci tornare un po’ bambini, a farci rivivere un recupero settimanale dell’infanzia, a racchiudere per tutti noi le meraviglie dell’universo. Sembra quasi un dramma cinematografico.Chiamatelo “casting”. Lui vuole che sia un altro film: adora scegliere i giovani in prima persona, assaporarne idee e progetti, conoscerne curiosità e passioni. Il suo spirito non può essere contenuto nel pugno serratoche coloro le cui azioni non dipendono dalle passioni vorrebbero poter trattenere. E c’è’ indubbiamente più gusto ad esporsi, anche se mica sempre va bene. Anzi il rischio è altissimo. Ma come un attaccante in giornata di grazia che fa goal da qualsiasi posizione, provo a giocare sullo slancio. Come si diceva una volta: “carta canta”. Adesso è diventato: “ho messo il tweet tra i preferiti”, ma ci siamo capiti. Sullo slancio dicevo. Ci provo. Coefficiente di difficoltà altissimo. Quasi come calciare un angolo e correre in area e colpire di testa. Ecco a voi il mio assist-goal. C’è bisogno di occhio, pazienza, passione, fantasia e fortuna. Chiudiamo gli occhi ed incrociamo le dita…
TIKRIT65