Il maestro è una persona fisica che si incontra per un certo periodo di tempo, un’ora, o un anno, o trent’anni, ma che lascia dentro di noi un valore, con l’impegno di trasmetterlo ad altri. Più di tutto stupiva, fra tanti “calciuni” e palle spizzate che s’arrotavano in aria come trottole, in che modo i suoi piedi, lunghetti e aperti(dolci si dice in romanesco) lavoravano la palla, con quanta morbidezza, mandandola di precisione dove lui voleva. E tutto senza guardarla, tenendo alta la testa florida, il capello rasato, il profilo colorito e apparentemente distratto, dentro un cappotto grigio e un po’corto, senza cappello. Si riteneva uno sportivo, e quella gli pareva una nobile impresa. Intorno un folto di sempreverdi,oppresso dal colore grigio del cielo, vicino un vialetto ghiaioso di un gracile parco. Osservarono giocare a calcio in un campetto di periferia, magari verso sera, con una palla e un campo sudicio alla luce dei lampioni. Pioveva a dirotto, ed il cielo era scuro. I ragazzi correvano ad alta velocità lungo il diamante, si lanciavano sull’erba per conquistare uno spazio, una profondità. Perciò l’esibizione elegante, quasi un balletto del “due con”è ancora più apprezzabile. Chi mai avrebbe sospettato tanta e tale grazia di movimenti di talenti? Lo fermò uno scrupolo. Raccontava una vicenda vera, svoltasi in un tempo reale ed effettivamente conclusasi, dandole una interpretazione molto allusiva, e se vogliamo metaforica. E fin qui niente da eccepire. Ogni piccolo racconto deve restare sospeso tra la realtà e l’immaginario; avere oltre la vicenda unpossibile significato riposto, anche rischiando perché no di diventare un apologo. Mi piaceva per le sue idee che mi parevano degne di applicazione anche extracalcistica. Si gioca per fare qualcosa di bello, per dare gioia a chi gioca, e a chi osserva. “Vincere è bello: è meglio perdere che vincere senza merito o in modo disonesto”. Si abbia fede in noi stessi e nella Provvidenza; essa aiuta chi dà il meglio di sè e non fa tanti calcoli. Mentre i balconi, le cattedrali, i cornicioni cominciavano ad indossare la luce cenerognola e intirizzita dell’alba, e il cielo terso e freddo si accendeva con le prime stelle, cadde in un sonno popolato di sogni: la passione sportiva degli umili! Nel silenzio, il buio intorno sembrò più uguale e compatto.
TIKRIT65