In estate come in inverno, il paesaggio che scorre è un vero e proprio dipinto dai mille colori, grazie alla ricchezza esorbitante di specie vegetali che caratterizzano la Maiella attraversata dagli antichi binari, che rendono il viaggio un qualcosa di travolgente, fantastico, uno spettacolo da vivere con intensità a bordo come a terra, durante le tante soste tematiche viaggiando a lungo e a ritroso attraverso i binari della storia. Il motore della locomotiva elabora vibrazioni, suoni e armonie e li trasforma in ogni genere di stimoli ed azioni.
C’è una libertà immensa nell’arrendersi al potere del viaggio e nel lasciare che trasporti il corpo e la mente in luoghi dove di solito non ci avventuriamo. Un ritmo costante, martellante, uno strano tutuntutun. Un suono che riempie lo spazio, il rumore che fa il mondo. Si danno del tu, ma un tu latino, austero e pensoso. Il cervello, immerso nel silenzio e nel buio delle gallerie è assetato di feedback e reagisce attivamente ai segnali che riceve dal mondo reale infiammando le passioni e riallineando la mente, mentre le luci azzurrine dei cellulari si levano avanti come alabarde.
Tutti questi personaggi sono lì che cercano di fermare la vita che gli passa accanto, di viverla in un nuovo viaggio transiberiano e deviarla, tipo trattenere il respiro quasi in apnea, inerpicandosi sulle montagne, e viverla come un’onda, imparando da subito ad usare gli occhi e le orecchie come componenti essenziali dell’assimilazione del vivere finchè non ti passa e lì tutto cambia, e le storie improvvisamente hanno una svolta.
E’ come vedere un documentario dal vivo, allenando non solo l’occhio ma anche l’anima, per i paesaggi dai toni accarezzanti, per le pareti di piombo schiaccianti e delimitanti, per il verde lindo e profumato sorprendente nella sua funambolica visionarietà. O che si vede ma come dietro una lastra di cristallo luccicante. E’ come girarci dentro, passarci e consumarsi.
E’ bello osservare la linea immaginaria come fanno i grandi attori, gli scrittori quando vogliono raccontare un personaggio. Osservare al tramonto gli uccelli notturni che prendono il volo con versi che sembrano di un neonato disperato piazzarsi sul lago enorme che si forma con la neve immacolata da lontano formando chiazze galleggianti.
I viaggi educano la nostra mente, mentre dondoliamo nelle centoporte e corriamo come ragazzini felici in varie direzioni per una buona approssimazione alla felicità. Viaggiare è energia, è uno stato di animo, è una sensazione di atmosfera. “E’ come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare” cantava Lucio. Il binario come origine di vita, come fonte di speranza, come promessa di futuro. Perciò da proteggere.
Da ogni pendice di un monte, di una collina che attraversa risuona la nostra libertà in un giorno di sole dolce e leggero.