E poi il pallone nel viaggiare ci faceva sempre sognare. Tutto passa, tutto scorre assaporando la vita calcistica sul palato come un sorso di felicità. Il tempo è vorace ed inghiotte tutti i particolari. Scorre, non si ferma mai, come un tafano che punge continuamente ai fianchi un cavallo che vuole riposare, lentamente dall’altra parte del campo tra mille colori di un tramonto tizianesco. Ciak si rigirava….3,2,1,azione… Lo scout dalle origini italiane colpito dal fulmine del talento per la seconda volta. Qualcuno accendeva una lucerna a forma di grandi ombrelli blu e rossi e la metteva in un angolo di mondo riparato, mentre un gruppo di giovani si allenava come un’orchestra. Un buon ambasciatore è il maestro e sa quale è lo strumento stonato, quale trasmette più emozioni e quale si limita a seguire il resto del gruppo. L’eleganza della postura è indispensabile, non è qualcosa di superficiale, e si nota. Come la sua disciplina e determinazione. Testa alta. La sua offensiva è implacabile, logorante. Il suo sviluppo umano e mentale tiene il passo con quello atletico e per lui l’impatto del colpo non ha molto a vedere con la forza fisica, è tutta questione di emozione. Un’emozione controllata. Il calcio è spettacolo. Quindi per avere successo, non puoi accontentarti di vincere, devi farlo in modo emozionante. Devi dimostrarti bellicoso, con gli occhi della tigre. Ma per arrivare a questo stadio occorrono ripetizioni come sul set: passione. E’ qualcosa che stimola il corpo e la mente imponendo a se stessi la creatività. Immagini di partenze, di corse sceniche fino a quando con il respiro ansimante finivano sfiniti perdendo il rapporto con lo spazio e il tempo, mentre il romanticismo della gioventù faceva assumere sempre posizioni radicali. Nonostante tutto, i suoi discorsi sulla necessità di controllare le emozioni riuscivano parzialmente. Non sono molti a farlo nel calcio, per questo è uno sport tanto speciale. Sapevano entrambi di essere in corsa contro il tempo, ma con un solo grammo di speranza in corpo sarebbero arrivati sulla luna. Ed era una manna per il loro cervello affamato di entusiasmo, coraggio e determinazione. O che si vede, ma come dietro una lastra di sole cocente che ti bolle il cranio fino a sera nel campo infiammato, e sei invaso da una solitudine passeggera come se quell’ambiente di figuranti fosse stato sfiorato dal salto di un angelo simbolo di grandezza umana di quell’angolo di mondo. Se sapessi da dove vengono i talentuosi ci andrei più spesso! Il tempo era passato, mentre le foglie degli alberi stormivano sulle panchine e la storia non era ancora finita.
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